lunedì 17 settembre 2018

Anatomia del successo

Forse ti farò "aumentare il nervoso", amico Sandro, invece di consolarti, ma ormai mi conosci: mi basta poco per trovare uno spunto che mi permetta di lanciarmi nelle mie analisi ossessive alla ricerca di spiegazioni per tutto.

Figurati in che stato mi trovo quando lo spunto che mi fornisci tu è assai corposo. Ma andiamo con ordine.

1. Ti ricordi quando ti ho irriso per la tua mania di "buttarti giù" ovvero, per esempio, par la tua dichiarazione che mai e poi mai saresti stato capace di raccontarti? Il racconto del tuo cambio di gestore telefonico è un piccolo capolavoro, a partire dall' uso egregio che sai fare della lingua italiana.

2. La prossima volta che ti sentirò rimproverare i tuoi genitori per averti praticamente OBBLIGATO a frequentare il liceo classico, ti toglierò definitivamente il saluto.

"Non si vive di solo pane" è un proverbio trito e ritrito e, generalmente, suona come un tentativo di consolazione ad uso e consumo chi non è riuscito a fare soldi, nella vita. Non escludo che abbia ANCHE questa valenza, ma la verità è che schiere di "nati ricchi" sono assolutamente infelici e che altre schiere di arricchiti sono ottusamente incapaci di far altro che accumulare soldi.

Io, forse perché alcuni ne ho conosciuti da vicino, (uno addirittura stretto consanguineo), posso dirti che la cosa più bella del fare soldi è il piacere di farli che, però, esclude il piacere di spenderli.

Io credo che i ricconi, capaci sia di farli che di spenderli allegramente, si incontrano solo nei romanzi e nei film holliwoodiani.

Prendi me: io sono felice solo quando spendo soldi, ma mi sono sempre rifiutato di farne!!! Intendiamoci: mica per partito preso o per una decisione razionale, no!! Ma - guarda caso - tutte le volte che ho avuto l' occasione di farne, ho trovato il modo per tirarmi indietro ovvero per mandare tutto a puttane.

Tu mi chiederai: "Non è che tu, amico Paolo, sei semplicemente, un pirla"? Ovviamente la ipotesi non è peregrina e, infatti, me la sono posta da solo più di una volta, ma so che non è così, o meglio so cosa mi rende "incapace":
la convinzione che "Non si vive di solo pane"!!! 😀😀😀😀

Sembra uno scherzo, Sandro, ma sono serissimo: per combattere il pregiudizio cattolico (e non solo) contro il denaro, bisogna avere una dote che tu ed io non abbiamo e cioè la OTTUSITA', dove per ottusità intendo la capacità di porsi un obiettivo e riuscire a guardare solo a quello, cancellando tutto il resto, compresi educazione e cultura.

Il liceo classico, guarda caso, in questo non solo non aiuta ma è un grosso handicap! Tutto ciò che allarga gli orizzonti mentali, infatti, è nemico giurato del SUCCESSO. Per avere successo, in tutti i campi, compreso il denaro, ovviamente, ma non solo in quello, l' OTTUSITA' è indispensabile.

Prendi un campione olimpico, una etoile del balletto, un leader politico carismatico, uno scrittore di bestseller, uno scalatore di montagne, un imprenditore miliardario, un ricercatore scientifico da Nobel, un campione di video games etc etc e parlo dei "primi in classifica" ovviamente, in comune hanno una sola cosa: l' OTTUSITA', l' incapacità di vedere altro che il loro obiettivo.

Volgendo in positivo il mio giudizio negativo, possiamo dire che l' uomo di successo è colui che riesce a mettere a fuoco perfettamente un solo oggetto: ma, se è a fuoco quello, tutto il resto si offusca mentre a te e a me, caro Sandro, complice ANCHE il liceo classico, tutto il resto interessa, invece!



1 commento:

  1. Beh Paolo, ti ringrazio per gli apprezzamenti... almeno i cinque anni che ho passato a studiare Latino e Greco (o meglio a TENTARE di capirci qualcosa... che NON ho capito), mi servono "in vecchiaia" per scrivere due righe non eccessivamente sgrammaticate. Sono d'accordo con te per quanto riguarda l'attitudine a "focalizzare" l'attenzione su UN SOLO obiettivo che contraddistingue le cosiddette "persone di successo". E' vero... questi "tipi" focalizzano la loro attenzione su un solo "punto di arrivo" e, come mastini o pitbull (mi scuso per il riferimento ai nostri carissimi amici pelosi che spesso sono molto migliori di noi), non mollano la presa finchè non lo hanno raggiunto. Moltissimi miei compagni di liceo (di cui parlerò in un prossimo "trafiletto" molto critico) hanno raggiunto il successo (come insegnanti, professori universitari, critici letterari, ecc.) proprio seguendo senza alcuna "distrazione" la strada che avevano scelto (più o meno in autonomia) ma non sanno assolutamente NULLA di tutto il resto (forse non sono neppure capaci di cambiare una lampadina !). Io sono stato DIVERSO... e non ho dato seguito (forse stupidamente) ai miei studi ma ho scelto di "tuffarmi" subito nel mondo del lavoro (a quei tempi si trovava con estrema facilità) nel desiderio di rendermi subito "indipendente". Adesso che (volente o nolente) sono arrivato alla "età della ragione", devo ammettere che l'intuizione dei miei genitori era giusta perchè sono convinto che se NON avessi studiato Latino e Greco NON sarei mai stato capace di "plasmare" le mie attitudini ad una grande varietà di lavori (tutti molto diversi l'uno dall'altro) e di ottenere risultati abbastanza "decenti".
    Insomma, grazie al Liceo Classico io sono stato un vero e proprio "precursore" del "lavoro temporaneo"... non tanto per i miei contratti aziendali (a quei tempi tutti a tempo indeterminato) ma quanto per il fatto che, in caso di necessità, riuscivo a "saltare" da una mansione all'altra senza tante difficoltà. Tirando le somme devo ammettere che tutto è andato molto bene finchè è durato... poi (nove anni fa) la sfortuna mi ha "beccato" e sono rovinosamente "caduto" abbandonando progressivamente la mia "capacità di reazione" (nel frattempo il mondo del lavoro era profondamente cambiato ed era molto probabile "restare tagliati fuori" alla mia età).
    Ma non voglio ricominciare a "piangermi addosso" perchè non servirebbe a nulla, dunque la chiudo quì e ti ringrazio per il tuo post!

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